BREVE DESCRIZIONE DELL’OPERA:
Cratere del venditore di tonno, proveniente da Lipari, IV sec. a.C. Cratere del tipo cosidetto “a campana” per la sagoma caratteristica, riporta sul lato principale la raffigurazione di una vivace scena di vita quotidiana: a sinistra un vecchio e ossuto pescivendolo, dalla grossa testa canuta, si prepara a tagliare, con un coltellaccio, da un tonno posato su uno sgabello la porzione richiesta dal cliente. Questi, un omino dalle gambe sottili avvolto da un mantello e appoggiato a un bastone, è raffigurato, dall’altra parte del bancone, nell’atto di porgere la moneta per il pagamento.
La scena acquista un particolare vigore per la vivacità dei gesti dei personaggi, per la deformazione che sfiora la caricatura non solo dei corpi, ma principalmente delle teste volutamente sproporzionate a sottolineare la loro trasformazione in vere e proprie maschere, in tipi da commedia. Sulla faccia secondaria è rappresentata la solita scena di due giovani ammantati a colloquio. In questo vaso è riconosciuta la mano di un ceramografo contraddistinto come “Pittore del venditore di tonno”, un artigiano che, rientrando nel cosiddetto “Gruppo di Dirce”, svolge la sua attività intorno alla prima metà del IV sec. a.C. , in un‘area attualmente incerta ma che si è inclini a localizzare in Sicilia.