BREVE DESCRIZIONE DELL’OPERA:
La maschera funeraria di cera col relativo calco in gesso del sec.XIX, appartenuta a un sacerdote di Geraci della fine dell’800, Don Paolo Vetri -, fu reperito nel 1983, presso una antica casa dell’abitato geracese; fu esposta per la prima volta al pubblico nella MOSTRA DOCUMENTARIA ETNOANTROPOLOGICA DI ARTI, MESTIERI E TRADIZIONI DEL POPOLO DI GERACI dal titolo “La memoria del passato per un presente più umano” (agosto 1983/agosto 1984) presso i locali della Biblioteca Comunale di Geraci Siculo.
La maschera funeraria di cera, unicum nelle Madonie, attiene a una antica e rara tradizione del popolo delle Madonie, in uso presso famiglie borghesi e del clero. Era un modo per rispettare la memoria di un volto ancora non del tutto corrotto dalla morte e, quindi, per proteggerlo nei giorni delle esequie e poi per ricordare nel tempo le sembianze del defunto. Veniva eseguita attraverso un calco in gesso ricavato dal volto del morto e, successivamente, l’artigiano funerario eseguiva sullo stesso calco la maschera di cera, che poi veniva completata con la dipintura coi colori del volto del defunto e, infine, con l’apposizione degli occhi veri e propri spicchi di vetro.